
Non tutti vivono il trattamento Reiki allo stesso modo, anzi, l’esperienza è estremamente personale.
Le persone più aperte di cuore, tuttavia, sentono distintamente che cos’è il Reiki: una profonda e amorevole cura.
Se, da una parte, possiamo dire molto sulla natura scientifica e pratica del Reiki, dall’altra è solo con l’esperienza che si scopre la sua essenza.
Non amo snocciolare frasi da cioccolatino e parole New Age “a effetto”, anche perché quando si parla di “amore” la mente pensa a quello romantico, che si vive in coppia, o a quello di una madre per il figlio, che nulla hanno a che vedere con il Reiki.
La qualità energetica che l’operatore emette dalle proprie mani è quella del chakra del Cuore, un calore che avvolge e si avvicina all’accoglienza incondizionata. Si tratta di un’amore la cui essenza è più trascendente che terrena. È l’amore dei miracoli, è forza vitale che riporta equilibrio in mezzo al caos, che osserva con grazia ogni cosa e perdona le emozioni più pesanti che hanno danno origine al malessere.
È sempre la persona stessa a guarire, accettando pienamente il dono che riceve dall’operatore Reiki. Il processo è assolutamente naturale: un gesto di cura e compassione assoluta è perfettamente in grado di lenire il dolore, riappacificare l’anima con la vita, portare salute nel corpo. Si tratta solo di volerlo e di operare in collaborazione con un praticante che si dedichi completamente alla nostra causa.
Qualunque persona, iniziata e istruita a praticare Reiki, potrebbe potenzialmente compiere questa meraviglia. Questa, però, dovrebbe mettere in gioco un elemento supplementare, che si conquista con il tempo, la pazienza e l’assiduo lavoro su di sé: una coscienza espansa e capace di osservare senza giudizio qualunque imperfetta parte umana. Solo così la guarigione si realizzerà.